Ho fatto una seconda illustrazione della fiaba “La regina dei ghiacci” di H. C. Andersen.
Gerda è arrivata in Lapponia (vedi articolo precedente) e nel castello di ghiaccio della regina trova Kai. Nell’illustrazione è circondato da stalattiti di ghiaccio e ci dà le spalle, perché la regina gli aveva messo un scheggia di ghiaccio nell’occhio e lui era diventato “freddo”.
Kai, nel castello di ghiaccio, è impegnato a formare la parola “eternità con alcuni cubi di ghiaccio.
Un giorno la Regina delle Nevi dette a Kai dei ghiaccioli e gli disse:
«Se con questi riesci a formare la parola ETERNITÀ, può anche darsi che ti lasci libero.» Poi volò via. Kai venne lasciato solo con i ghiaccioli. Le sue mani erano livide dal gelo ma lui non sentiva freddo. Stava ancora tentando di formare la parola ETERNITÀ quando Gerda trovò la strada che conduceva al palazzo e alla grande sala ghiacciata.
«Kai» gridò. «Finalmente ti ho trovato!» E gli gettò le braccia al collo. Ma Kai rimase impassibile.
La regina delle Nevi, H. C. Andersen